“Noi crediamo”: il 1700° anniversario del Credo Niceno

Il Primo Concilio di Nicea si concluse il 19 giugno 325 d.C. Fu un evento significativo nella storia cristiana, che ci tocca ancora oggi. Quando la domenica mattina, in chiesa, reciti il Credo Niceno, ti unisci alla voce di credenti di ogni secolo e nazione. Ma dietro le parole familiari: «Crediamo in un solo Signore Gesù Cristo... Dio vero da Dio vero, generato, non creato» si cela una storia di lotta — un vero e proprio combattimento spirituale per il cuore stesso della fede cristiana. Per comprendere l’importanza del Credo Niceno, dobbiamo tornare indietro a una delle crisi più gravi che la Chiesa abbia mai affrontato.

La Domanda: Chi è Gesù?

All’inizio del IV secolo, la Chiesa cristiana era appena uscita da un lungo periodo di persecuzioni durissime. Per anni gli imperatori romani avevano considerato il cristianesimo una minaccia per l’Impero. Ma nel 313 l’imperatore Costantino emanò l’Editto di Milano, concedendo libertà religiosa ai cristiani. Per la prima volta la Chiesa poteva riunirsi in pace, costruire edifici di culto e insegnare pubblicamente. Era un tempo di grande speranza.

Tuttavia, mentre le persecuzioni esterne diminuivano, all’interno della Chiesa scoppiava una controversia pericolosa. Al centro del conflitto c’era una questione che tocca il nucleo stesso della fede cristiana: Chi è Gesù Cristo?

Gesù è pienamente Dio? È eterno? È veramente uguale al Padre? Oppure è in qualche modo inferiore — una creatura straordinaria, la più grande opera di Dio, ma non pienamente divino?

Ario e il Suo Insegnamento

Ario, un presbitero di Alessandria d’Egitto, cominciò a insegnare che il Figlio di Dio non era eterno. Sosteneva che, sebbene Gesù fosse elevato e unico, non fosse Dio nello stesso senso del Padre. La sua famosa frase era: «C’è stato un tempo in cui il Figlio non esisteva». In altre parole, il Figlio sarebbe una creatura — la prima e più grande delle creature — ma non Dio stesso.

A molti, l’insegnamento di Ario sembrava devoto. Diceva di voler proteggere l’unicità di Dio. Ma in realtà, il suo pensiero minava le fondamenta del Vangelo. Se Gesù non è pienamente Dio, non può rivelare Dio perfettamente. Se non è pienamente Dio, non può portare su di sé il peso infinito dei nostri peccati sulla croce. Se non è pienamente Dio, la nostra salvezza crolla.

Le idee di Ario si diffusero rapidamente, grazie anche alla sua abilità comunicativa e al sostegno di alcuni leader ecclesiastici. Perfino canzoni e slogan popolari, ispirati al suo pensiero, circolavano tra i cristiani, generando confusione.

La Crisi si Aggrava

Con la diffusione delle idee ariane, la divisione nella Chiesa si fece sempre più profonda. Molti vescovi si opposero ad Ario, ma altri cercarono compromessi o si lasciarono attrarre dal suo insegnamento. L’unità della Chiesa era seriamente minacciata.

Non si trattava di una disputa secondaria. Era in gioco l’identità stessa del Salvatore. L’apostolo Giovanni aveva scritto: «Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato» (Giovanni 5:23). E Paolo dichiarava che in Gesù «abita corporalmente tutta la pienezza della Deità» (Colossesi 2:9). I leader della Chiesa sapevano che, sbagliando su questo punto, la Chiesa avrebbe perso il cuore stesso del Vangelo.

Costantino Convoca un Concilio

L’imperatore Costantino, desideroso di preservare l’unità dell’Impero e preoccupato per la crescente divisione nella Chiesa, convocò un concilio per risolvere la questione. Nel 325 oltre 300 vescovi si radunarono nella città di Nicea (nell’attuale Turchia). Fu il primo grande concilio ecumenico della storia della Chiesa.

Tra i vescovi c’erano molti che avevano subito persecuzioni. Alcuni portavano ancora sul corpo i segni di torture e prigionia patite per il nome di Cristo. Non erano interessati a dispute filosofiche astratte: sapevano bene che era in gioco la purezza del Vangelo.

Il più strenuo oppositore di Ario fu un giovane diacono di Alessandria, Atanasio. Egli sosteneva con forza che solo un Salvatore pienamente Dio poteva davvero salvare. Sarebbe poi diventato uno dei più grandi difensori della fede ortodossa in tutta la storia cristiana.

«Generato, Non Creato»

Il concilio discusse animatamente. Alla fine, la stragrande maggioranza dei vescovi rigettò l’insegnamento di Ario come un’eresia mortale. Affermarono che il Figlio di Dio è «generato, non creato», cioè eternamente generato dal Padre ma non fatto. Il Figlio condivide la stessa essenza divina del Padre. In greco, la parola chiave fu homoousios — della stessa sostanza del Padre.

Non era una sottigliezza filosofica: era la proclamazione coraggiosa del cuore del Vangelo:

·      Il Figlio è pienamente Dio.

·      Il Figlio è eterno.

·      Il Figlio non è una creatura, ma il Creatore stesso.

·      Il Concilio di Nicea produsse così una dichiarazione di fede — il Credo Niceno — per preservare questa verità nella Chiesa universale.

Perché Questo È Ancora Importante

Potremmo pensare che questa antica disputa non ci riguardi più oggi. In fondo, pochi oggi si definiscono ariani. Eppure, il pericolo di sminuire la persona di Cristo è sempre presente:

·      Alcuni vedono Gesù solo come un grande maestro morale.

·      Altri lo considerano un esempio ispiratore, ma non un Salvatore divino.

·      Alcuni gruppi (come i Testimoni di Geova) negano ancora esplicitamente la sua piena divinità.

Il Credo Niceno proclama con chiarezza inconfondibile che Gesù è Dio vero da Dio vero. Senza questa verità, perdiamo il cuore stesso della nostra fede. Quando lo confessiamo, non stiamo semplicemente esaminando parole antiche. Stiamo confessando la fede una volta per sempre trasmessa ai santi (Giuda 3). Ci uniamo a una grande schiera di testimoni che hanno difeso coraggiosamente la verità su chi è Cristo. E, come vedremo, ogni parola del Credo ci conduce sempre più in profondità nelle ricchezze della verità rivelata da Dio nella Scrittura.

Michael Brown

Rev. Michael Brown è il pastore della Chiesa Riformata Filadelfia e Ministro della Parola e dei Sacramenti dalle United Reformed Churches of North America (URCNA). È l’autore di molti articoli e diversi libri, tra cui Il vincolo sacro: Introduzione alla teologia del patto (2012), Christ and the Condition: The Covenant Theology of Samuel Petto (2012) e 2 Timothy: commentario espositivo sul Nuovo Testamento (2022).

© ligonier.org, © Chiesa Riformata Filadelfia

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