Ep.43: I segni dei tempi
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Ep.43: I segni dei tempi

A volte, i cristiani usano l’espressione i “segni dei tempi” per descrivere certi eventi o situazioni che il Nuovo Testamento dice che precedono, oppure indicano il ritorno di Cristo. Per esempio, la tribolazione, l'apostasia e l'anticristo.

Però, se questi segni indicano certi eventi che devono ancora accadere prima che Gesù ritorni, come possiamo essere sempre pronti per questo ritorno? Una riflessione su questi segni, non comporta il pericolo di spingere il ritorno di Cristo in un lontanissimo futuro, in modo da non curarsi troppo di essere sempre pronti? Oppure c'è un aspetto "già" e uno "non ancora" in questi segni?

I pastori Mike, Gavino e Vincenzo parlano dei segni dei tempi che ricordano alla chiesa di vigilare costantemente e che Dio ha il controllo assoluto sulla storia e la guiderà fino alla sua conclusione in Cristo.

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Ep.42: Cosa significano i mille anni d’Apocalisse?
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Ep.42: Cosa significano i mille anni d’Apocalisse?

In quest’episodio di Ad Fontes, ascoltiamo un eccezionale intervento dal pastore Vincenzo Coluccia sul significato d’Apocalisse 20. Questa lezione è andata alla Conferenza sulla Teologia Riformata a Milano (CTRM) nel 2024. Non perdetevelo!

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Ep.41: Il millennio
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Ep.41: Il millennio

Nel libro dell’Apocalisse si parla di persone che vivono e regnano con Cristo per mille anni (Apocalisse 20.4). In effetti, questo testo è l’unica citazione del millennio nella Bibbia. Eppure, interpretazioni divergenti di questo brano, hanno portato alla formazione di almeno tre modi diversi di comprendere la natura del millennio qui descritto: il premillenarismo, il postmillenarismo e l’amillenarismo. Qual è l'interpretazione corretta e ha importanza?

In quest’episodio, i pastori Michael Brown, Vincenzo Coluccia e Gavino Fioretti fanno una breve definizione di cos’è il pre- il post- e l’amillenarismo. Poi parlano delle basilari regole ermeneutiche per interpretare Apocalisse 20. Inoltre, spiegano cosa insegna questo controverso capitolo, mostrando alcuni importanti risvolti pastorali per noi che viviamo al di qua del ritorno di Cristo!

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Ep.40: La natura del ritorno di Cristo
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Ep.40: La natura del ritorno di Cristo

Come seguito dell’episodio 39: “Il ritorno di Cristo”, presentiamo questo intervento fatto da Francesco Pollicino alla Conferenza sulla Teologia Riformata a Milano nel 2024.

Sin dall’ascensione di Cristo, la Chiesa ha atteso il ritorno di Cristo. Confessiamo nel credo niceno che Cristo «di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine». Il Signore è venuto per inaugurare il suo regno, ma verrà di nuovo per portarlo a compimento. Sebbene in un senso il regno di Dio è già presente, in un altro, è futuro. Viviamo tra il primo e il secondo avvento di Cristo. Guardando indietro, con gioia, alla prima venuta di Cristo, pensiamo al futuro nell’attesa del suo ritorno promesso.

Storicamente, la chiesa in ogni epoca ha capito che la Bibbia insegna che il ritorno di Cristo sarà personale, visibile e glorioso. Ma nel XIX secolo emerse un nuovo sistema teologico di interpretazione biblica chiamato “dispensazionalismo”, nato in gran parte dagli scritti di John Nelson Darby, e, durante il XX secolo, si è diffuso rapidamente tra gli evangelici specialmente negli Stati Uniti a causa della pubblicazione della Bibbia Scofield, con le sue note di studio. Questo sistema di interpretazione, che non è riformato né biblico, ha creato molta confusione riguardo all’escatologia e al modo in cui comprendiamo il ritorno di Cristo.

In questa serie parleremo del dispensazionalismo, perché si tratta di un sistema di interpretazione moderno e non biblico. Il nostro obiettivo non è solo quello di offrire una critica del dispensazionalismo, ma soprattutto di presentare e difendere la dottrina storica e biblica del ritorno di Cristo e delle ultime cose, poiché il ritorno di Cristo, come dice Tito 2:13, è veramente la nostra “beata speranza”.

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Ep.39: Il ritorno di Cristo
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Ep.39: Il ritorno di Cristo

Sin dall’ascensione di Cristo, la Chiesa ha atteso il ritorno di Cristo. Confessiamo nel credo niceno che Cristo «di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine». Il Signore è venuto per inaugurare il suo regno, ma verrà di nuovo per portarlo a compimento. Sebbene in un senso il regno di Dio è già presente, in un altro, è futuro. Viviamo tra il primo e il secondo avvento di Cristo. Guardando indietro, con gioia, alla prima venuta di Cristo, pensiamo al futuro nell’attesa del suo ritorno promesso.

Storicamente, la chiesa in ogni epoca ha capito che la Bibbia insegna che il ritorno di Cristo sarà personale, visibile e glorioso. Ma nel XIX secolo emerse un nuovo sistema teologico di interpretazione biblica chiamato “dispensazionalismo”, nato in gran parte dagli scritti di John Nelson Darby, e, durante il XX secolo, si è diffuso rapidamente tra gli evangelici specialmente negli Stati Uniti a causa della pubblicazione della Bibbia Scofield, con le sue note di studio. Questo sistema di interpretazione, che non è riformato né biblico, ha creato molta confusione riguardo all’escatologia e al modo in cui comprendiamo il ritorno di Cristo.

In questa serie parleremo del dispensazionalismo, perché si tratta di un sistema di interpretazione moderno e non biblico. Il nostro obiettivo non è solo quello di offrire una critica del dispensazionalismo, ma soprattutto di presentare e difendere la dottrina storica e biblica del ritorno di Cristo e delle ultime cose, poiché il ritorno di Cristo, come dice Tito 2:13, è veramente la nostra “beata speranza”.

In questa puntata, i pastori Vincenzo, Gavino e Mike parlano della natura del ritorno di Cristo.

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Ep.38: Il “già” e il “non ancora”: L’introduzione all’escatologia
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Ep.38: Il “già” e il “non ancora”: L’introduzione all’escatologia

La parola “escatologia” deriva da due parole greche, eschatos e logos, e significa la dottrina delle ultime cose. Ma dobbiamo comprendere che tutto il cristianesimo è, in un vero senso, escatologico. I teologi sistematici mettono l’escatologia alla fine dei loro sistemi a motivo di una organizzazione logica. Però, i teologi biblici – come Geerhardus Vos – ci ricordano che in realtà l’escatologia precede tutto. Essa è il tessuto e la trama della Scrittura. Dall’inizio alla fine, dalla Genesi all’Apocalisse, l’intera Bibbia è escatologica nella sua prospettiva. Ogni credente è già nel Regno di Dio, gode le sue benedizioni e ne condivide le responsabilità. Allo stesso tempo, il credente comprende che il Regno è ora presente solo nel suo stato provvisorio e incompleto, e, quindi, aspetta la sua finale realizzazione alla fine dell’età nella risurrezione.

In quest’episodio, i pastori Mike, Gavino e Vincenzo iniziano una serie sull’escatologia, parlando della tensione tra il “già” e il “non ancora”.

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Ep.37: Il grande mandato
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Ep.37: Il grande mandato

Poco prima la sua ascensione, il nostro Signore disse ai suoi apostoli: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente» (Matteo 28:18-20).

Conosciamo questo brano come “Il grande mandato”. È indiscutibilmente il testo più importante in tutta la Scrittura per comprendere il caso biblico delle missioni. In quest'episodio, i pastori Mike, Vincenzo e Gavino, con l'ospite speciale Humberto Arisa de Oliveira, il pastore della Chiesa Presbiteriana di Legnano, parlano del fondamento, dell’obiettivo, dei mezzi e della promessa della missione della chiesa nel mondo.

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Ep.36: La vera natura della Santa Cena
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Ep.36: La vera natura della Santa Cena

Cosa succede quando un credente riceve la Santa Cena con fede? Cosa dice la Bibbia? Cosa dice la Riforma Protestante del XVI secolo? È solo un simbolo per aiutarci a ricordare la morte di Cristo? O è qualcosa di più?

Purtroppo oggi la maggior parte delle chiese evangeliche non celebra la Santa Cena settimanale, come era usanza della chiesa primitiva. Come ha detto uno scrittore, oggi molti evangelici vedono i video durante il culto più spesso di quanto non vedano la Santa Cena. Cosa è successo nella chiesa evangelica? Sembra che gran parte di ciò sia dovuto a una reazione eccessiva ad alcuni degli errori e delle superstizioni della Chiesa cattolica romana riguardo ai sacramenti.

Come spesso accade, tuttavia, le reazioni eccessive teologiche a una posizione particolare possono produrre nuovi errori e nuove superstizioni. Ecco perché dobbiamo esaminare le Scritture: deve essere la Parola e non le nostre paure, pregiudizi o preoccupazioni che formano la nostra teologia e pratica. Inoltre, dobbiamo riscoprire la saggezza della Riforma Protestante ed applicarla al nostro tempo. Se siamo veramente protestanti, dobbiamo capire le reali differenze tra Roma e la Riforma.

Per questa puntata, i pastori Mike, Gavino e Vincenzo prendono in considerazione la dottrina dell’Eucaristia in quattro parti: 1) Che cosa insegna la Bibbia? 2) Che cosa insegna la Chiesa Cattolica Romana? 3) Che cosa insegnò la Riforma Protestante? 4) Perché questo è importante per noi oggi?

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Ep.35: Cristianesimo e liberalismo
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Ep.35: Cristianesimo e liberalismo

J. Gresham Machen (1881-1937) fu ministro nella chiesa presbiteriana storica negli Stati Uniti, cioè la Presbyterian Church USA. Fu anche professore di Nuovo Testamento al Seminario teologico di Princeton. Eppure, ai tempi di Machen, l’ascesa del liberalismo teologico aveva talmente permeato la chiesa che anche queste istituzioni calvinistiche e riformate iniziarono ad abbracciare il liberalismo ed abbandonare le dottrine bibliche e storiche di Dio e dell’uomo. Per Machen questo era peggio di un errore teologico; questo era niente meno di una separazione dal Vangelo e dal cristianesimo. «Con riferimento a tali presupposti», dice lui nel suo libro classico del 1923, Cristianesimo e liberalismo, «e per quanto riguarda il Vangelo stesso, il liberalismo moderno è diametralmente opposto al cristianesimo». Per Machen, il liberalismo non era una legittima espressione del cristianesimo storico, bensì una religione completamente diversa.

Le idee hanno conseguenze. Oggi, la Presbyterian Church USA esiste ancora, ma è molto difficile trovarne una che predichi il Vangelo. Non si trovano prediche sulla santità di Dio, sulla peccaminosità dell’uomo e sulla redenzione che è solo in Cristo attraverso la sua vita, morte e risurrezione. Invece, si trovano prediche sulle opinioni umane dei problemi sociali, e quasi sempre da una posizione fortemente di sinistra. Spesso sui suoi bellissimi edifici storici c’è la bandiera LGBTQ a sostegno del gay pride. Come denominazione, consente l’ordinazione di pastori apertamente gay, lesbiche o bisessuali.

Com’è possibile? Come ha fatto una Chiesa che per più di duecento anni ha predicato, insegnato e difeso la Bibbia e la teologia riformata ad allontanarsi così tanto che oggi è nota per predicare, insegnare e difendere i diritti dei transgender e l’ideologia “woke”? Potremmo porre la stessa domanda riguardo alla Chiesa valdese o alla Chiesa di Scozia. Cosa è successo a queste chiese? C’era una volta in cui queste chiese erano come un transatlantico della fede riformata, una nave enorme e stabile. Ma, come la storia del Titanic, ad un certo punto non sono riuscite ad evitare gli iceberg e cominciarono ad affondare. Ecco perché dobbiamo essere vigili e fedeli con le dottrine storiche come quella di Dio e quella dell’uomo. Se questo problema fu cruciale ai tempi di Machen cento anni fa, quanto più urgente è per noi oggi che viviamo in un mondo molto più laico ed estremamente ignorante delle dottrine bibliche.

In quest’episodio, i pastori Mike, Vincenzo e Gavino, con l'ospite speciale, il pastore Francesco Pollicino, parlano del libro di Machen, Cristianesimo e liberalismo, e perché è ancora attuale ed utile per noi oggi.

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Ep.34: Unione con Cristo
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Ep.34: Unione con Cristo

Leggendo le lettere dell’apostolo Paolo, siamo colpiti dalla frequenza e dall’espressione “in Cristo”. In effetti, egli usa questo termine 164 volte. Ma cosa significa essere “in Cristo”? Perché questo linguaggio è importante?

L’identità del cristiano è definita dalla sua posizione “in” Cristo, unito a Lui. Più approfondisce la questione, più scopre che essa racchiude una verità centrale per la comprensione cristiana della salvezza.

In realtà, la nostra unione con Cristo comprende ogni aspetto della nostra salvezza, dalla sua origine nel patto della redenzione prima la fondazione del mondo tra il Padre, il Figlio e lo Spirito, fino alla consumazione nella nostra glorificazione.

In altre parole, solo in Cristo, siamo stati eletti. Solo in Cristo siamo rigenerati. Solo in Cristo siamo giustificati. Solo in Cristo siamo adottati. Solo in Cristo siamo santificati. In Cristo saremo glorificati.

Ognuno di questi aspetti della nostra redenzione si trova nella nostra unione con Cristo. Anche se Cristo è asceso al cielo ed è fisicamente assente dalla terra, siamo comunque uniti a lui in un modo molto più intimo della comunione di cui godevano i discepoli originali durante il suo ministero terreno.

Come Cristo si è unito a noi nella nostra carne, nei nostri peccati, nella nostra sofferenza e morte, così ora ci unisce a sé per mezzo dello Spirito, affinché possiamo già godere della nuova creazione che Egli ha inaugurato.

In questa unione - un’unione legale, mistica e organica - cresciamo in un rapporto di alleanza con Cristo, Colui al quale siamo uniti per sempre.

In quest’episodio speciale, i pastori Mike, Vincenzo, Gavino e special ospite Manuel Morelli, il pastore della Chiesa Solo Cristo a Ravenna, parlano della dottrina dell’unione con Cristo.

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Episodio 33: Il nuovo papa: Cosa dovremmo aspettarci da Leone XIV?
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Episodio 33: Il nuovo papa: Cosa dovremmo aspettarci da Leone XIV?

La Chiesa cattolica romana ha il suo nuovo Papa, il cardinale americano e agostiniano Robert Francis Prevost (Leone XIV). Ma chi è questo nuovo papa? Cosa dobbiamo aspettarci da lui? Il suo primo discorso alla folla in piazza San Pietro ha aperto una finestra sui possibili temi del suo papato. Il suo primo discorso alla folla in piazza San Pietro ci ha dato uno scorcio sui possibili temi del suo papato. Ha fatto molteplici riferimenti alla “pace”, alla “costruzione di ponti”, al “dialogo” e all'“amore”, ma il peccato e la redenzione in Cristo solo non sono stati nemmeno menzionati. La sua prima preghiera papale è stata rivolta a Maria (“Ave Maria”). Il suo primo atto da Papa è stato un'indulgenza plenaria per tutti (cioè la remissione dei peccati temporali). Nonostante questo papa sia agostiniano, è chiaro che la Riforma è ben lungi dall'essere conclusa.

In quest’episodio speciale, i pastori Mike, Vincenzo e Gavino parlano con Leonardo De Chirico, un esperto del papato e del cattolicesimo.

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Episodio 31: L’alba della nuova creazione: Il nuovo patto
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Episodio 31: L’alba della nuova creazione: Il nuovo patto

In un certo senso, tutto il messaggio della Bibbia riguarda il nuovo patto, cioè quel patto per mezzo del quale Dio, mediante l’opera perfetta di Cristo, dà vita alla nuova creazione alla quale partecipa il suo popolo, adempiendo così le promesse fatte nel patto con Abraamo. L’intero svolgimento della storia della redenzione – dalla prima promessa di un Salvatore in Genesi 3:15, passando da Abraamo e Davide, per arrivare fino a Cristo – anticipa la nuova creazione inaugurata da questo patto.

I profeti dell’Antico Testamento annunciavano un rinnovamento, che sarebbe venuto per grazia di Dio, mediante il Messia promesso. Nonostante il popolo avesse violato il patto con Mosè, Dio non avrebbe dimenticato le promesse incondizionate fatte ad Abraamo. I profeti contemplavano all’orizzonte un nuovo patto, in virtù del quale si sarebbe finalmente adempiuto il patto fatto con Abraamo: mediante l’opera del Messia e per la potenza dello Spirito, sarebbe sorte una nuova umanità e una nuova creazione. Non si sarebbe trattato semplicemente di una restaurazione del patto con Mosè, bensì di qualcosa di completamente nuovo.

Ma che importanza hanno per noi queste cose? La “buona novella” per noi è che questo mondo a venire ha fatto irruzione nel presente secolo malvagio con la vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo. In virtù dell’opera compiuta da Cristo per sempre, il nuovo patto è stato inaugurato, nel senso che ha avuto inizio in vista della consumazione finale. Con Cristo, abbiamo visto l’alba della nuova creazione!

In quest’episodio, i pastori Mike, Gavino e Vincenzo parlano del nuovo patto e perché è importante per la vita cristiana.

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Ep.30: Il vero Re: Il patto con Davide
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Ep.30: Il vero Re: Il patto con Davide

Non riusciamo ad apprezzare appieno la persona e l’opera di Cristo, se si prescinde dal patto davidico. Senza queste promesse non abbiamo il contesto in cui inserire l’opera salvifica di Gesù. Come pellegrini nel deserto di questo mondo, abbiamo continuamente bisogno del conforto certo del Vangelo, un conforto stabilito dal patto con Davide, le cui promesse sono ferme come la luna nei cieli (cfr. Salmi 89:35-37). Non è possibile che Dio mentisse e che le promesse stabili fatte a Davide venissero meno! Per adempiersi, le promesse dovevano attendere la venuta del Figlio della promessa - Gesù Cristo - , l’erede giusto!

In quest’episodio, i pastori Mike, Gavino e Vincenzo parlano del patto con Davide e perché è importante per la vita cristiana.

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Ep.29: Le prove storiche della risurrezione di Cristo
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Ep.29: Le prove storiche della risurrezione di Cristo


La Pasqua ci mette di fronte a un’affermazione: Gesù di Nazareth è risorto dai morti. Questa è l’affermazione centtrale del cristianesimo. Se Cristo non è risuscitato, allora non c’è il cristianesimo! Non è una questione d’opinione personale.

Molte persone pensano che non importa se il cristianesimo è vero, fintanto che è utile per te personalmente. Alcune dicono, “Non penso che sia giusto o sbagliato, fintanto che la tua fede ti aiuta a essere una persona migliore”. Ma, non è così con il cristianesimo. Il Vangelo fa una dichiarazione obbiettiva. Dice che qualcosa è successo 2000 anni fa, cioè, la risurrezione di Cristo. Come ogni altra dichiarazione storica, dobbiamo esaminare le prove storiche e sulla base di ciò concludiamo che degli eventi particolari sono accaduti o non sono accaduti, che ci piaccia o no.

In quest’episodio, i pastori Mike, Gavino e Vincenzo parlano delle prove storiche della risurrezione di Cristo e del vero significato della Pasqua.

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Ep.28: La legge al servizio della grazia: Il patto mosaico
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Ep.28: La legge al servizio della grazia: Il patto mosaico

La parte dell’Antico Testamento più incompresa è il patto stabilito da Dio con Israele al Sinai, cioè il patto Mosaico. Il patto con Mosè è importantissimo e il nome stesso Antico Testamento significa che il patto del Sinai ha la sua controparte nel Nuovo Testamento. Ecco perché, effettivamente, ogni libro dell’Antico Testamento dipende, in un modo o in un altro, dal patto mosaico. Anche la Genesi – che precede questo patto del Sinai – non è altro che il suo prologo. Quindi, nella misura in cui comprendiamo il patto mosaico comprendiamo il resto dell’Antico Testamento.

Dio stabilì l’inflessibile patto mosaico per mostrare a Israele e a tutti gli uomini che «mediante le opere della legge», come Paolo dice in Romani 3, «nessuno sarà giustificato davanti a Dio; infatti la legge dà la conoscenza del peccato» (3:20). E come spiega in Galati 3: «La legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede» (3:24).

Possiamo definire il patto mosaico come: il patto legale di Dio con Israele, mediante cui egli ci giuda a Cristo, mostrando la perfetta giustizia che solo Cristo poteva adempiere per redimere i peccatori.

In quest’episodio, i pastori Mike, Gavino e Vincenzo parlano del patto Mosaico.

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Ep.27: Si devono battezzare i figli dei credenti?
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Ep.27: Si devono battezzare i figli dei credenti?

“Perché le chiese riformate battezzano i bambini?” Questa è una domanda che viene posta spesso dai visitatori di chiese Riformate e Presbiteriane. I cristiani che sono interessati alla teologia riformata sono spesso scioccati quando scoprono che la teologia Riformata insegna il battesimo degli infanti.

La risposta è semplice: noi battezziamo i figli dei credenti perché essi appartengono al patto e al popolo di Dio. Come Dio aveva stabilito un segno per la partecipazione al patto con Abraamo, cioè la circoncisione, così ha stabilito un segno per la partecipazione al nuovo patto, cioè il battesimo. Come il Signore ha incluso i figli nel patto con Abraamo, così egli li ha inclusi nel nuovo patto. Il teologo riformato Benjamin B. Warfield è alquanto esplicito su questo punto: «L’argomento relativo al battesimo dei figli dei credenti è, in nuce, semplicemente questo: Dio ha stabilito la chiesa nei giorni di Abraamo accogliendo i bambini, i quali ne sono partecipi a meno che Dio stesso non li escluda. Tuttavia, egli non li ha mai esclusi dalla chiesa; perciò, essi hanno diritto di godere dei suoi ordinamenti».

Il Nuovo Testamento non comanda da nessuna parte di escludere i figli dei credenti dal patto di Dio, ma al contrario leggiamo che Gesù disse: «Lasciate stare i bambini e non impedite loro di venire da me, perché il regno dei cieli è di chi è come loro!» (Matteo 19:14). Inoltre, Paolo considerava i figli dei credenti come membri della chiesa e della comunità del patto di grazia, esortandoli: «Figli, ubbidite nel Signore ai vostri genitori» (Efesini 6:1).

Naturalmente, il battesimo non salva di per sé i nostri figli, perché la fede è lo strumento mediante il quale la giustizia di Cristo è imputata ai peccatori. Tuttavia, il battesimo è il sacramento con cui il Signore accoglie i nostri figli nel patto di grazia, essendo per loro un segno della promessa di salvezza per tutti coloro che credono. Per i genitori cristiani, il patto con Abraamo è un aiuto nel comprendere che i loro figli sono destinatari del segno del patto e che Dio li chiama a essere eredi delle promesse. Così, i genitori cristiani saranno sostenuti nell’adempiere il proprio ruolo come amministratori della vita dei loro figli, i quali devono essere cresciuti nell’insegnamento e nell’ammonizione del Signore.

Dato che questa è la posizione riformata storica, non dovremmo essere troppo frettolosi nel respingerla come non biblica. Dovremmo prenderla in considerazione con onestà e senza pregiudizi.

In quest’episodio, i pastori Mike, Gavino e Vincenzo parlano della dottrina riformata, biblica e storica del battesimo dei figli dei credenti.

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Ep.26: “Io darò a te”: Il patto con Abraamo
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Ep.26: “Io darò a te”: Il patto con Abraamo

Dio promise ad Abraamo una discendenza e una terra. Queste promesse si sarebbero compiute in due momenti. Il primo momento corrisponde all’antico patto e alla storia della nazione d’Israele e del suo ingresso nel paese di Canaan. Israele era la discendenza promessa e Canaan era la terra promessa.

Tuttavia, queste promesse non erano la fine, perché Dio promise ad Abraamo che in lui sarebbero state benedette tutte le famiglie della terra. Il secondo e definito momento corrisponde al nuovo patto. La promessa divine relative alla discendenza è adempiuta nei credenti e nei loro figli e la promessa della terra è adempiuta nei nuovi cieli e nella nuova terra che verranno.

Oggi, i cristiani di ogni lingua, tribù e nazione sono eredi delle promesse di Dio ad Abraamo. Si tratta di promesse adempiute in Cristo, colui che è la vera progenie di Abraamo e che ha inaugurato il nuovo patto. Il patto con Abraamo rende più sicuro la nostra fede, perché esalta l’opera di Cristo, la progenie di Abraamo. Siccome Gesù è stato fatto maledizione per noi, soffrendo la realtà del giuramento di sangue in Genesi 15, abbiamo la certezza della redenzione e di non essere più sotto la maledizione della legge. Questa consapevolezza ci darà gioia nel cuore e ci aiuterà a vivere con gratitudine verso Dio per tale redenzione.

Inoltre, il patto con Abraamo ci mostra che in Cristo siamo diventati anche noi progenie di Abraamo ed eredi secondo la promessa. La buona novella del vangelo è che in Cristo, il figlio di Abraamo, abbiamo ricevuto vita eterna e libero accesso alla presenza di Dio.

In quest’episodio, i pastori Mike, Gavino e Vincenzo parlano del patto con Abraamo.

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Ep.24: “Sarò il vostro Dio”: Il patto di grazia
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Ep.24: “Sarò il vostro Dio”: Il patto di grazia

Il patto di grazia è quel patto tra Dio e i credenti e i loro figli, in cui promette la salvezza mediante la fede in Cristo, il quale ha meritato la loro salvezza. Quindi, è quel patto mediante il quale tutti i credenti sono salvati. Il suo principio è in Genesi 3:15, dove Dio promette la venuta del Salvatore e continua attraverso tutta la storia della redenzione fino alla seconda venuta di Cristo. Nonostante il patto di grazia sia stato amministrato in modi diversi nelle vari epoche della storia redentiva, la sua sostanza permane identica in ogni periodo. Questo significa che sia nell’Antico Testamento sia nel Nuovo Testamento il modo in cui Dio salva i peccatori rimane invariato: solo per grazia, solo per fede, solo per Cristo! Cristo è l’unico mediatore dell’unico patto di grazia che raccoglie l’unico popolo di Dio attraverso tutta la storia della redenzione. In questo patto, la promessa di Dio è sempre la stessa: «Sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo».

In questa puntata, i pastori Vincenzo, Gavino e Mike parliamone.

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